Due libri freschi di stampa ed una Tavola rotonda dedicata alla vita, all’opera e all’attualissimo pensiero siloniano, organizzata dalla Fondazione Edoardo Tiboni per la cultura e dal Centro Nazionale di Studi Dannunziani.
Non c’è dubbio che Ignazio Silone, tra gli scrittori italiani del Novecento, resti a tutt’oggi uno dei più conosciuti, studiati e tradotti nel mondo, a partire dalla pubblicazione del suo primo romanzo, Fontamara che, come tutti sappiamo, avvenne in Svizzera nel 1933, in prima edizione nella traduzione in lingua tedesca.
Ne è una ulteriore riprova la recente pubblicazione di due importanti volumi, uno pubblicato in Abruzzo e l’altro all’estero, in Canada, che, sia pure in forma diversa l’una dall’altra, offrono contributi molto originali allo studio e alla conoscenza di aspetti assai poco indagati o distorti della complessa personalità umana e letteraria di questo grande abruzzese, che sentì sempre fortissimo il suo attaccamento alla terra d’origine. Non va naturalmente taciuto, in questo spunto introduttivo, che non sono affatto state tutte rose e fiori le sue vicende umane, politiche e letterarie, in parte sicuramente dovute alla ostinata e caparbia fedeltà ai suoi principi etici e politici, in parte alla scontrosa riservatezza del personaggio, in buona parte alla disinvoltura con la quale alcuni studiosi e letterati, non sappiamo fino a che punto per la ricerca della verità e di quale verità, hanno offerto, soprattutto dopo la scomparsa di Silone, contributi che poco o nulla hanno a che fare con la grandezza dello scrittore, che ancora giganteggia nel panorama internazionale.
Dei due volumi a cui faremo particolare riferimento per esaminare l’attualità di Silone, I Fontamaresi. La Scuola “delle” libertà nella Fontamara d’Ignazio Silone, di Antonio Gasbarrini, intellettuale tra i più attivi in Abruzzo, e del compianto Annibale Gentile (che è stato sicuramente uno dei più appassionati studiosi di Silone, oltre che suo amico), prende in particolare considerazione il rapporto di Silone e del suo romanzo d’esordio con il mondo dell’infanzia e, come vedremo, con contributi anche di artisti in erba di una scolaresca di Pescina, ma non si limita affatto solo a questo, estendendo il discorso anche alle polemiche a cui accennavamo prima.
Il secondo contributo, On Friendship and Freedom. The Correspondence of Ignazio Silone and Marcel Fleischmann, di natura per così dire più scientifica e accademica, pubblicata in inglese in Canada, è a cura di Maria Nicolai Paynter, una studiosa e professore emerito dello Hunter College, della CUNY (City University of New York), che ha percorso tutte le tappe della sua carriera accademica tra il Canada e gli Stati Uniti, ma che è di ben radicate origini abruzzesi, molto conosciuta anche in Italia non solo per i suoi fondamentali contributi su Silone (attestati anche da lusinghieri riconoscimenti), ma anche di quelli altrettanto importanti sulla figura e sull’opera di Davide Maria Turoldo. Il volume attraverso la meticolosa ricostruzione della storia di un’amicizia, soprattutto attraverso le lettere che Silone e Fleischmann si scambiarono, ci fa conoscere aspetti del tutto inediti della personalità e del pensiero di Silone.
Alla tavola rotonda mercoledì 21 settembre alle ore 18.00 al Mediamuseum, parteciperanno, oltre alla presidente della Fondazione Edoardo Tiboni per la cultura, Carla Tiboni, e a Dante Marianacci, presidente del Centro Nazionale di Studi Dannunziani, gli autori, Maria Nicolai Paynter e Antonio Gasbarrini, Angelo De Nicola, Gabriella Albertini e Nicoletta Di Gregorio.