“Se sul lato giudiziario spetta giustamente ed esclusivamente alla Magistratura fare luce sulla vicenda urbanistica di Pescaraporto, sul lato amministrativo non c’è dubbio che l’intera vicenda che investe lo sviluppo complessivo della riviera sud pone degli interrogativi inquietanti che tirano in ballo non solo il Governatore D’Alfonso, ma l’intera compagine del Pd. Il centro-destra ha sempre creduto nello sviluppo ‘pubblico’ di quella fetta tanto rilevante della città, uno sviluppo che doveva vedere coinvolti Comune di Pescara, Regione Abruzzo e Camera di Commercio di Pescara. Il Pd si è opposto e ha impedito nel 2013 l’approvazione in Consiglio comunale del Protocollo d’intesa sull’ex Cofa, un Protocollo che avrebbe portato 11milioni 830mila euro nelle casse regionali e servizi. Dopo due anni il Governatore ha semplicemente demolito i vecchi capannoni dell’ex Cofa, con zero incassi, anzi costringendo la città a sborsare 930mila euro, e lasciando spazio allo sviluppo privatistico delle superfici tutt’attorno al nuovo vuoto urbano. E tutto questo, oltre a meritare l’attenzione degli Organi inquirenti, chiama in causa delle responsabilità politiche chiare”. È il commento del Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri sulla vicenda che, negli ultimi giorni, sta coinvolgendo i vertici della Regione Abruzzo.
“Non entro nei risvolti giuridici e giudiziari del ‘caso’ – ha ribadito il Capogruppo Sospiri –, ma non possiamo tacere sui risvolti politico-amministrativi dell’intera vicenda che riporta alla mente il mancato sviluppo urbanistico e commerciale dell’ex Cofa, proprio accanto alle aree private di Pescaraporto. E quel mancato sviluppo ha un nome e un cognome: Partito Democratico. Il centrodestra voleva la riqualificazione dell’area, ma una riqualificazione che vedesse protagonisti esclusivamente gli Enti pubblici, mettendo quell’area al riparo da eventuali interessi. Il 31 agosto 2012 era stato firmato un Protocollo d’intesa tra Comune-giunta Albore Mascia, Regione-giunta Chiodi, e Camera di Commercio, che garantiva l’abbattimento dei vecchi capannoni, a costo zero per le casse pubbliche, ovvero per i cittadini, e soprattutto la riqualificazione dell’intera superficie per la realizzazione non di case extralusso, ma di un’area espositiva permanente, per ospitare mostre, convegni, conferenze e congressi; un’area per servizi pubblici destinati all’accoglienza e alla ristorazione, quindi alberghi, pensioni, ostelli, ristoranti, edifici per il culto, la cultura, lo spettacolo, il tempo libero e lo sport; un’area commerciale e strutture specializzate nel turismo marino. E quelle opere avrebbero portato nelle casse regionali 11milioni 830mila euro, versati dalla Camera di Commercio e da reinvestire sul territorio. Nel 2013 il Protocollo è approdato in Consiglio comunale e il Pd, con un cieco ostruzionismo, ne ha colpevolmente impedito l’approvazione, una vergogna per la politica pescarese di sinistra. Dopo due anni è iniziato il disastro: il Pd, con il Governatore D’Alfonso, ha accantonato qualunque idea o prospettiva di sviluppo pubblico della riviera sud di Pescara, ha demolito i vecchi capannoni dell’ex Cofa, creando un vuoto urbano, per poi abbandonare l’area. Per le operazioni di abbattimento ha costretto i cittadini a sborsare 930mila euro, senza alcun ritorno: ignota la destinazione dell’area ex Cofa, impossibile sapere cosa volesse farci la Regione-giunta D’Alfonso; zero incassi per la Regione; zero opere previste per la riqualificazione della superficie, zero prospettiva di crescita pubblica e di sviluppo per l’area. E sono queste la colpa e le responsabilità politiche e amministrative – ha ancora sottolineato il Capogruppo Sospiri – di cui il Governatore D’Alfonso e l’intero Pd devono rispondere dinanzi alla città. Devono spiegare perché un accordo pubblico, fra soli Enti pubblici, non andava bene per riqualificare una fetta tanto importante della città, ma poi si assumono altri atteggiamenti e posizioni su interventi proposti da privati a due passi”.