Il WWF interviene sulle prese di posizione del presidente dei dottori agronomi e forestali di Pescara
Pineta dannunziana e verde urbano: le decisioni spettano solo alla politica.
Le associazioni, alle quali sono iscritti numerosi qualificati professionisti, tutelano i bisogni della collettività, non hanno interessi economici e hanno il dovere di confrontarsi con l’amministrazione.
Il presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Pescara si sta segnalando in questi giorni per una serie di interventi sulla stampa, prima per rivendicare alla sua organizzazione una sorta di competenza esclusiva sulla corretta gestione del verde urbano, poi per suggerire una fantomatica “restituzione alla cittadinanza” della Pineta dannunziana, oggi Riserva Naturale Regionale. Su quest’ultimo punto non varrebbe neppure la pena di rispondere, visto che nessuna amministrazione locale porterebbe avanti un simile discorso autolesionistico: evidentemente il presidente dell’Ordine ignora che la Riserva gode di finanziamenti regionali fondamentali per la sua gestione.
C’è invece una considerazione di carattere più generale da fare ed è su questo che il WWF Chieti-Pescara ritiene doveroso intervenire: «Nella gestione della cosa pubblica esistono due livelli, uno “tecnico”, che esamina i problemi e propone soluzioni, uno “politico” che sceglie e decide. Le associazioni ambientaliste si confrontano sempre e soltanto con il livello politico, utilizzando anche le competenze tecniche che al loro interno abbondano. Il presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Pescara, che in questi giorni ha diverse volte attaccato le associazioni ambientaliste rivendicando ai suoi iscritti una sorta di diritto esclusivo nel cooperare con l’amministrazione municipale sulla gestione del verde urbano, non ha evidentemente ben chiaro questo concetto. Le associazioni, in quanto portatrici di interessi diffusi, hanno pieno diritto di interloquire e di premere per una scelta piuttosto che per un’altra, svolgendo in pieno il ruolo politico che le leggi e il buon senso riconoscono a sodalizi da decenni impegnati, senza alcun interesse economico, a difesa della collettività. Con buona pace di chi vorrebbe per sé e per la propria categoria un ruolo decisionale che non gli spetta».