Eccoci di nuovo ritrovati ad occuparci di alimentazione ed in particolare di alimentazione vegetariana. Cercheremo qui di seguito di capire le basi di questa tipologia alimentare ed il perché esistano così numerose controversie su questa pratica alimentare.
Che i vegetariani vivano più a lungo non rappresenta certo una novità, ma se molti credono ancora che ciò sia da imputare direttamente a questa alimentazione, non è del tutto esatto. E’ la minore incidenza di malattie soprattutto con esito mortale, che fa pendere l’ago della bilancia verso la longevità.
I vegetariani pesano meno, hanno meno problemi di pressione, presentano una minore incidenza tumorale, colesterolo più basso, sistema immunitario più forte… tradotto sopravvivono più a lungo rispetto a soggetti carnivori. Secondo Sanchez (1988), gli individui che seguono una dieta ad elevato contenuto di proteine animali (al di sopra di due grammi pro chilogrammo corporeo/die con rapporto lisina/arginina di 3,5 a 1 o più alto) presentano un aumentato rischio vascolare, dovuto ad eccesso di lisina alimentare (proteine animali: rapporto L/A=3-4/1 # proteine vegetali: rapporto L/A=1-0,25/1). Per questo motivo i vegetariani sono meno esposti all’insorgenza di arteriosclerosi rispetto agli onnivori.
Le proteine vegetali forniscono circa 2,5 kcal per grammo contro le 4 kcal delle carni, senza contare che le carni animali al momento del consumo sono del tutto prive di fibre, deficienza piuttosto grave se si considera che una dieta a basso contenuto di fibre e il tumore al colon hanno un legame strettissimo, spiegabile con il prolungato tempo di stazionamento digestivo, causato dalla carenza di fibre e dal conseguente accumulo di tali sostanze cancerogene nei visceri. Dopo un pasto carneo, le tossine degradati e provenienti dal catabolismo delle proteine animali rimangono in circolo per un periodo minimo di circa 142 ore, cioè circa una settimana.
Ancora qualche dato scientifico: i vegetariani hanno il 28% in meno di probabilità di morire in seguito ad attacchi cardiaci ed il 39% in meno di morire di cancro, secondo rilevamenti effettuati già dal 1994 su seimila vegetariani dagli scienziati inglesi della facoltà di Igiene e Medicina Tropicale di Londra. Anche i vegetariani che fumano e sono obesi sono più longevi rispetto ai fumatori e agli obesi che mangiano carne. Una vasta e incontestabile analisi di quasi duecento studi condotti in diciassette nazioni effettuata dalla dottoressa Gladys Block, oncologo presso l’Università californiana di Berkeley, ha decretato che mangiando frutta e verdura regolarmente è possibile diminuire della metà il rischio di avere un tumore, ma la cosa sorprendente è che anche i fumatori possono in parte contenere i danni derivanti dal fumo mangiando frutta e verdura, soprattutto alimenti ricchi di beta carotene (carote, patate dolci, spinaci e verdure a foglie verdi). Mangiando ogni giorno una carota o mezza tazza di spinaci si riduce del 50% il rischio di avere un tumore al polmone, anche nei fumatori accaniti di lunga durata. Le crucifere, a cui appartengono vegetali come broccoli, cavoli, cavolfiori, contengono sostanze chimiche che accelerano la rimozione dall’organismo degli estrogeni nocivi, opponendosi al tumore alla mammella.
I mangiatori di pomodori hanno 5 volte in meno probabilità di sviluppare tumore al pancreas, secondo i ricercatori dell’Università Johns Hopkins. Anche dopo che il tumore è stato diagnosticato,è possibile impedire il progredire della malattia mangiando molte verdure e frutta. Gli scienziati del Centro Ricerche sui Tumori alle Hawaii hanno studiato le diete di 463 uomini e 212 donne con tumore al polmone. Le donne che mangiavano moltissime verdure raddoppiavano quasi il loro tempi di sopravvivenza a confronto di quelle che ne assumevano meno. Fra gli uomini, i pomodori, le arance e i broccoli sembravano migliorare le possibilità di sopravvivenza. Al di là di una scelta etica al riguardo dello scegliere una alimentazione vegetariana più o meno stretta, rimane da chiarire, dopo questa lunga analisi, se sia il fatto di evitare la carne o l’aumentato consumo di vegetali a rendere i vegetariani più giovani e longevi: probabilmente per entrambi i motivi. I vegetariani evitano le sostanze pro-invecchiamento presenti nella carne e ottengono benefici delle sostanze anti l’invecchiamento presenti nella frutta e nella verdura. Il segreto dei vegetariani è un sistema immunitario più attivo, i loro globuli bianchi sono fino a tre volte più efficaci nel distruggere le cellule tumorali rispetto ai carnivori. Inoltre assumendo più bassi livelli di ferro, presente ad alte concentrazioni nella carne che stimola la distruzione delle cellule da parte dei radicali liberi e assumono in genere meno calorie e minori quantità di grassi dannosi.
Molti studi dovranno ancora essere fatti per chiarire gli effetti alimentari sull’uomo, ma rimaniamo convinti che la base di molte scelte alimentari della popolazione debbano raffrontarsi anche con una cultura sociale e di tradizioni oltre che geografica e di appartenenza.
Alla luce di quello che possiamo estrapolare da questa miriade di dati, il buon senso ci porta a capire che attraverso il rispetto di alcuni principi fisiologici e seguendo le linee guida di questi studi, sia possibile riuscire ad abbinare ed integrare un’alimentazione vegetariana ad una onnivora per non dire carnivora, mediandone poi gli effetti sicuramente positivi sulla salute generale, rispettando le tradizioni, la natura umana e l’ambiente.
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